scritto da Salvatore Zappia
regia Alberto Ierardi
con Giorgio Vierda, Marta Paganelli, Luca Oldani, Lucia Rea
Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.
(José Saramago)
Cosa succederebbe se una mattina ci svegliassimo e non ci ricordassimo niente degli ultimi anni della nostra vita?
Ci siamo chiesti in che modo un evento traumatico come un’amnesia totale potesse cambiare la vita di una persona e da questa prima riflessione è nata la nostra drammaturgia, ispirata ad una storia vera. La protagonista si chiama Emma, lavora come cassiera, sogna di diventare stilista e vive con il suo compagno Alberto, che fa il barman e ha la passione per la scrittura.
La storia di Emma ed Alberto è quella di due giovani di oggi che si trovano a combattere con i problemi della vita di tutti i giorni, con il ridimensionamento dei sogni in età adulta, con le difficoltà che comporta il confronto con la realtà.
Entrambi sanno che la vita attuale non è la migliore che vorrebbero e potrebbero avere. Vivono in ristrettezze economiche e hanno dovuto rinunciare a molte cose, ma è come se non ne fossero totalmente consapevoli. La loro vita è un equilibrio precario basato sul fatto che i sogni rimangano tali, per fuggire la delusione, la sofferenza.
L’amnesia sconvolge questo equilibrio. Emma ha 28 anni ma si sveglia con la memoria di una diciannovenne, diventando una diciannovenne a tutti gli effetti. Ritrovando la sua ingenuità di adolescente, Emma si pone e ci pone delle domande scomode che spesso riusciamo ad evitare grazie ai ritmi frenetici della vita quotidiana.
I due protagonisti sono costretti a rimettere in discussione le loro vite e a fronteggiare la paura, l’amarezza, la disillusione. L’equilibrio non è più recuperabile, e la loro unica possibilità è quella di parlarsi ed ascoltarsi come non hanno fatto mai, cercando di salvarsi insieme, anche sapendo che le domande che si stanno facendo li spingeranno ad allontanarsi.